Il Generale
Krafft (Capo di Stato Maggiore della 14° Armata tedesca) cosi riassume la
situazione “Sulla fronte dell’Isonzo 41 Divisioni italiane con 3226 pezzi
attendevano l’attacco di 36 Divisioni con 3302 pezzi, ma nel settore fra Plezzo
e Tolmino gli italiani avevano 4 Divisioni in prima linea e 3 in seconda,
mentre gli imperiali ne portarono 8 in prima linea e 4 in seconda”.
Sferreranno l'attacco 12 divisioni, 7 germaniche e 5 austriache, 4 divisioni (3
austriache e una germanica) tra il Rombon e il Monte Nero; 4 divisioni (3
germaniche e una austriaca) tra il Monte Nero e il Vodil; 2 divisioni
germaniche di fronte allo Jeza; 2 divisioni (una austriaca e una germanica) di
fronte al Krad. Nel settore della battaglia per gli Italiani c’erano circa
70.000 uomini, per gli Austro-Germanici circa 75.000 uomini.
La propaganda e la politica incolparono i neutralisti e la Chiesa di aver favorito il clima di disfattismo invocando la pace, ma lo stesso Cadorna dichiarerà: «Era naturale che date le condizioni morali delle truppe l’appello del Papa per la pace facesse sui soldati grande impressione e non li animasse a combattere. Dire però che la Nota pontificia sia stata la causa determinante del disastro è una assurdità». La responsabilità della disfatta in realtà fu del comando italiano. (La Grande Guerra. Politica Chiesa Nazioni pag113)
Nelle vicende di
Caporetto un peso significativo ebbe la mancanza di una forte massa di riserva
ma l’evento che ebbe le più gravi e immediate conseguenze fu la rottura di
tutte le linee di comunicazione, che pesò molto sui comandi e sulle truppe
italiane. Infine la già citata mancanza di reazione delle artiglierie italiane
e l’inadeguatezza dell’esercito ad uno scontro di movimento.
I numeri della disfatta
italiana a Caporetto sono impressionanti: 40 mila tra morti e feriti, 283 mila
prigionieri, 350 mila sbandati. Migliaia di prigionieri morirono di fame perché Cadorna
non trovò un accordo col nemico per la consegna dei pacchi di viveri. Gli italiani
lasciarono sul campo di battaglia 3150 artiglierie, 1700 bombarde, 3000
mitragliatrici. (La Grande Guerra. Politica Chiesa Nazioni pag113)
Nessun commento:
Posta un commento