La mostra

In occasione del centenario dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, vorremmo offrire all’attenzione della cittadinanza e del pubblico, uno strumento di tipo divulgativo e nello stesso tempo di alta qualità sotto il profilo scientifico, che consenta una viva riscoperta di ciò che storicamente ricordiamo, unitamente ad uno stimolante approfondimento circa le implicazioni e le conseguenze che ha avuto sul mondo di ieri e su cosa può dire a noi oggi.

Mappa delle esposizioni

Mappa interattiva delle esposizioni

domenica 31 dicembre 2017

Il Presidente Mattarella ricorda i ragazzi del 99


"Ho fiducia nella partecipazione dei giovani nati nel 1999, che voteranno per la prima volta. Nell'anno che si apre ricorderemo il centenario della vittoria nella Grande guerra e la fine delle immani sofferenze provocate da quel conflitto. In questi mesi di un secolo fa i diciottenni di allora - i ragazzi del '99 - vennero mandati in guerra, nelle trincee. Molti vi morirono. Oggi i nostri diciottenni vanno al voto, protagonisti della vita democratica. Propongo questa riflessione perché, talvolta, corriamo il rischio di dimenticare che, a differenza delle generazioni che ci hanno preceduto, viviamo nel più lungo periodo di pace del nostro Paese e dell'Europa. Non avviene lo stesso in tanti luoghi del mondo". Cosi il presidente Sergio Mattarella anel discorso di fine anno ha ricordato il sacrificio dei ragazzi del 99 100 anni fa.

martedì 7 novembre 2017

La rivoluzione bolscevica

Nel febbraio del 1917 Lenin era ancora esule a Zurigo e Guglielmo II premeva per chiudere il fronte orientale. Per farlo, voleva sfruttare l’ondata della rivoluzione socialista al fine di provocare il tracollo dell’esercito russo. Propose a Carlo di aiutare Lenin a raggiungere la Russia. Carlo d'Asburgo, inorridito, rispose: «Guai se il comunismo dovesse trionfare: sarebbe il danno piùgrave all’intelligenza e alla fede cristiana».
Guglielmo II sostenne ugualmente Lenin e mise a sua disposizione e dei dirigenti bolscevichi il famoso treno piombato con cui attraversarono l’Europa ed entrarono
in Russia sotto la protezione dei soldati tedeschi. Con gli slogan «Pane e pace» e «La terra ai contadini» la propaganda bolscevica incitava i soldati all’insubordinazione
e a tornare a casa. [...]
Giunto in Russia, Lenin, provocava un colpo di Stato e prendeva il potere. [...] Il 3 marzo 1918 venne siglata la pace Brest-Litovsk con la quale Polonia e Ucraina venivano cedute alla Germania. Un trattato di pace fortemente penalizzante per la Russia. [...]
Achille Ratti fu nominato visitatore apostolico per la Russia. Nei primi mesi del 1918 scrisse che il popolo russo era in delirio, una piena Babilonia. 10 marzo 1919 Benedetto XV parlava ai cardinali del travaglio dei cristiani d’Oriente che subivano «sconvolgimenti politici e sociali». Nello stesso giorno inviava a Cicerin, diplomatico russo, un testo in cui invocava la cessazione delle persecuzioni contro il clero ortodosso: era stato Silvestro, metropolita di Omsk, a chiedere l’intervento del Papa. Il neo eletto patriarca di Mosca Tikhon lanciò un anatema sui senza Dio bolscevichi; le persecuzioni erano una realtà e anche i cattolici incominciavano a essere arrestati.
(La Grande Guerra. Politica Chiesa Nazioni pag 99-100-101)
 
 
 
 


martedì 24 ottobre 2017

100 anni fa la disfatta di Caporetto

Il bollettino del Comando Supremo italiano del 24 Ottobre cosi descriveva la situazione “L’avversario con forte concorso di truppe e di mezzi germanici, ha effettuato, a scopo offensivo, il concentramento sulla nostra fronte. L’urto del nemico ci trova saldi e ben preparati. Nella scorsa notte, l’intensificato tiro su vari tratti del fronte Giulia e un violento bombardamento con largo impiego di proiettili a gas speciali tra il Rombon e la regione settentrionale dell’altopiano di Bainsizza, hanno segnato l’inizio dell’atteso attacco” Firmato CADORNA.

Il Generale Krafft (Capo di Stato Maggiore della 14° Armata tedesca) cosi riassume la situazione “Sulla fronte dell’Isonzo 41 Divisioni italiane con 3226 pezzi attendevano l’attacco di 36 Divisioni con 3302 pezzi, ma nel settore fra Plezzo e Tolmino gli italiani avevano 4 Divisioni in prima linea e 3 in seconda, mentre gli imperiali ne portarono 8 in prima linea e 4 in seconda”.  Sferreranno l'attacco 12 divisioni, 7 germaniche e 5 austriache, 4 divisioni (3 austriache e una germanica) tra il Rombon e il Monte Nero; 4 divisioni (3 germaniche e una austriaca) tra il Monte Nero e il Vodil; 2 divisioni germaniche di fronte allo Jeza; 2 divisioni (una austriaca e una germanica) di fronte al Krad. Nel settore della battaglia per gli Italiani c’erano circa 70.000 uomini, per gli Austro-Germanici circa 75.000 uomini.

La propaganda e la politica incolparono i neutralisti e la Chiesa di aver favorito il clima di disfattismo invocando la pace, ma lo stesso Cadorna dichiarerà: «Era naturale che date le condizioni morali delle truppe lappello del Papa per la pace facesse sui soldati grande impressione e non li animasse a combattere. Dire però che la Nota pontificia sia stata la causa determinante del disastro è una assurdità». La responsabilità della disfatta in realtà fu del comando italiano. (La Grande Guerra. Politica Chiesa Nazioni pag113) 

Nelle vicende di Caporetto un peso significativo ebbe la mancanza di una forte massa di riserva ma l’evento che ebbe le più gravi e immediate conseguenze fu la rottura di tutte le linee di comunicazione, che pesò molto sui comandi e sulle truppe italiane. Infine la già citata mancanza di reazione delle artiglierie italiane e l’inadeguatezza dell’esercito ad uno scontro di movimento.

I numeri della disfatta italiana a Caporetto sono impressionanti: 40 mila tra morti e feriti, 283 mila prigionieri, 350 mila sbandati. Migliaia di prigionieri morirono di fame perché Cadorna non trovò un accordo col nemico per la consegna dei pacchi di viveri. Gli italiani lasciarono sul campo di battaglia 3150 artiglierie, 1700 bombarde, 3000 mitragliatrici. (La Grande Guerra. Politica Chiesa Nazioni pag113)
 

 

giovedì 29 giugno 2017

28 giugno 1919 firma del Trattato di Versailles

Il 28 giugno 1919 viene firmato il  del Trattato di Versailles, il trattato di pace che pone fine alla prima Guerra Mondiale.
I protagonisti furono il presidente americano Wilson e il primo ministro francese Clemanceau . Fu smembrato l'impero Austroungarico e furono creati nuovi stati secondo l'idea di Wilson secondo cui ogni popolo doveva avere diritto all'autodeterminazione: Polonia Cecoslovacchia Ungheria Repubbliche Baltiche e Jugoslavia. La Germania fu punita con debiti di guerra altissimi e con il mancato ritorno in patria dei prigionieri che dovettero per anni rimanere a lavorare in Francia, oltre che con la perdita di Alsazia Lorena e delle colonie.
L'Italia ottenne l'Alto Adige fino al Brennero Triste Gorizia e l'Istria e le isole del Dodecannesoma non le colonie e la Dalmazia.
In seguito fu firmato il 10 agosto 1920 il trattato di Sevres che smantellò l'impero ottomano a favore di Francia e Inghilterra.


La preghiera al Sacro Cuore durante la Grande Guerra

Il mese di giugno è il mese che la Chiesa Cattolica dedica alla devozione al Sacro Cuore.
Questa devozione assunse grande rilievo durante la Prima guerra mondiale.
Papa Benedetto XV "Nel maggio 1915 consacrò al Sacro Cuore tutte le nazioni in guerra. Appoggiò l'iniziativa di Padre Gemelli per la consacrazione personale dei soldati. Il primo venerdì del 1917 furono distribuite 2 milioni di immaginette. La devozione del Sacro Cuore si diffuse ad altri eserciti, in particolare a quello austriaco, appoggiato dall'imperatrice Zita. In seguito il Belgio consacrò per la vittoria la Nazione al Sacro Cuore , lo stesso con connotazione patriottica fu fatto dall'Austria, dalla Germania e dalla Francia."(pag 82 libro La Grande Guerra Politica Chiesa Nazioni LINDAU)


1917 Entrata in guerra degli USA

L'entrata in guerra degli Stati Uniti d'America nella prima guerra mondiale fu causata dalla dichiarazione della Guerra sottomarina indiscriminata dichiarata dalla Germania in risposta blocco navale della flotta inglese al largo della Germania che portò all'affondamento anche delle navi statunitensi nell'atlantico.
La guerra sottomarina porto all'affondamento di 1.238.000 tonnellate nel 2016.
Gli americani e gli inglesi risposero con uno sbarramento di 68.000 mine.
Il presidente Americano Wilson
"Wilson comprendeva che a questo punto l'unica soluzione al conflitto era un ingresso diretto degli Stati Uniti e otteneva il consenso del popolo americano persuadendolo che lo scopo dell'entrata in guerra e la conseguente assunzione di un ruolo internazionale fossero necessari per diffondere i principi e gli ideali americani in tutto il mondo. C'erano però anche le ragioni economiche : il timore della crescente potenza della Germania."(pag 112 libro La Grande Guerra Politica Chiesa Nazioni LINDAU)
Il 6 Aprile 1917 gli USA dichiarano guerra alla Germania.

giovedì 4 maggio 2017

La mostra dal 6 al 21 maggio a San Vittore al Corpo a Milano


Inaugurazione Sabato 6 Maggio 2017, ore 17 presso la Basilica San Vittore al Corpo Milano – via San Vittore 25.



 Dal 6 al 21 Maggio 2017

orari mostra apertura chiesa

Una mostra ripercorre le tappe della Grande Guerra dal punto di vista particolare della Chiesa e degli eventi italiani

presentano

Luca e Paolo Tanduo, curatori della mostra

Sabato 6 Maggio 2017 ore 17

Sabato 13 Maggio 2017 ore 17

Domenica 21 Maggio 2017 dopo la messa delle ore 10,30

lunedì 9 gennaio 2017