La mostra

In occasione del centenario dallo scoppio della Prima Guerra Mondiale, vorremmo offrire all’attenzione della cittadinanza e del pubblico, uno strumento di tipo divulgativo e nello stesso tempo di alta qualità sotto il profilo scientifico, che consenta una viva riscoperta di ciò che storicamente ricordiamo, unitamente ad uno stimolante approfondimento circa le implicazioni e le conseguenze che ha avuto sul mondo di ieri e su cosa può dire a noi oggi.

Mappa delle esposizioni

Mappa interattiva delle esposizioni

mercoledì 2 novembre 2016

4 novembre 1918

Il 4 novembre per l'Italia è una festa nazionale e la feste delle forze armate e ricorda la fine della Grande Guerra.
Il 24 ottobre 1918 le armate italiane attaccavano sul fronte del Piave, rompendo le difese austro-ungariche, raggiungevano Rovereto il 2 novembre, il 3 novembre Trento, e in direzione Trieste raggiungevano il mare. Il 4 novembre a Villa Giusti vicino ad Albano veniva firmato l’armistizio che poneva fine alle ostilità. (pag 116 libro La Grande Guerra Politica Chiesa Nazioni LINDAU)

Durante la visita di Papa Francesco al sacrario di Redipuglia, dove sono sepolti 100.187 caduti italiani della prima Guerra mondiale, e al cimitero austro-ungarico, il papa ha detto: “La guerra è folle. Il suo piano di sviluppo è la distruzione". “Tutte queste persone avevano i loro affetti, i loro sogni. Ma le loro vite sono state spezzate. Anche oggi le vittime sono tante. Ma come è possibile?", si è chiesto e ha chiesto Francesco. "Perché - ecco la risposta - dietro le quinte si muovono interessi geopolitici, avidità di denaro e potere, le industrie delle armi. Tutti, potenti e imprenditori delle armi hanno scritto nei loro cuori: a me che importa?" richiamando  la risposta di Caino: “A me che importa?”. «Sono forse io il custode di mio fratello?» (Gen 4,9).
(pag 137 libro La Grande Guerra Politica Chiesa Nazioni LINDAU)


giovedì 29 settembre 2016

La battaglia del Pasubio

La battaglia del Pasubio fu una delle più sanguinose, durò dal 1915 al 1918, la combatterono 100 mila soldati italiani e austrici, 10 mila di loro vi morirono in combattimento, per malattie e incidenti, travolti da valanghe. “La, nell’autunno del 1916, il sangue scorreva sulle rocce, là giacevano a mucchi i cadaveri, di amici e nemici” Rober Skorpil 1° Reggimento Kaiserjäger.(La Guerra Bianca pag 64  La Grande Guerra Politica Chiesa Nazioni LINDAU)


Il Pasubio è una delle montagne simbolo della Grande Guerra sul fronte italiano, nei mesi di settembre e ottobre 1916, la 44adivisione italiana sferrò contro la linea nemica del Pasubio una possente offensiva , conquistarono l’Alpe di Cosmagnon, ma non il Dente Austriaco e del Roite, tenuti dall’avversario a prezzo di ingenti sacrifici : Circa 4.000 le perdite per ciascuna delle parti. La neve fermò i combattimenti per tutto l’inverno gli uomini vissero in gallerie sotto la neve, con il pericolo continuo delle valanghe e con temperature rigidissime. Da allora, e fino alla conclusione della guerra le posizioni non cambiarono.


venerdì 8 luglio 2016

Rapporto Chilcot conferma impegno per evitare guerra in Iraq di GPII

Giovanni Paolo II era intervenuto per evitare la Guerra in Iraq, sia con interventi pubblici che per vie diplomatiche inviando il cardinale Roger Etchegaray a parlare con Saddam e il cardinale Pio Laghi a parlare con George Bush jr. tentando di evitare il conflitto. Tutto ciò è confermato dal rapport Chilcot pubblicato in Inghilterra in questi giorni.


Come abbiamo riportato nel libro dove affrontiamo l'impegno per la pace svolto dai vari pontefici, Giovanni Paolo II ricordava nell’Angelus del 16 marzo 2003: «Ho vissuto la seconda guerra mondiale e sono sopravvissuto alla seconda guerra, per questo ho il dovere di ricordare a tutti i piùgiovani, a tutti quelli che non hanno avuto questa esperienza, ho il dovere di dire, mai piùla guerra, avventura senza ritorno; mai piùla guerra, spirale di lutti e di violenze». Erano i giorni decisivi per gli esiti della crisi irachena e Giovanni Paolo II rivolgeva il suo appello ai responsabili politici di Baghdad e ai Paesi membri delle Nazioni Unite per lavorare con responsabilità alla pace e chiedendo di riflettere sulle possibili conseguenze della Guerra «Sui cittadini e per l’equilibrio dell’intera regione del Medio Oriente, nonché per gli estremismi che potrebbero derivarne». (Pag 129 La Grande Guerra. Politica Chiesa Nazioni)


https://cccsanbenedetto.files.wordpress.com/2015/08/grande-guerra_depliant-web.pdf

venerdì 1 luglio 2016

1 luglio 1916 Battaglia della Somme



Gli inglesi nel tentativo di spezzare l’assedio di Verdun ingaggiarono la battaglia della Somme.
Alle sette di mattina del 1 luglio 1916, dopo una preparazione durata mesi, l’artiglieria inglese aveva cominciato a bombardare le linee tedesche schierate lungo il fiume Somme, nella Francia settentrionale. 
Nel giro di un’ora, sulle postazioni nemiche erano stati lanciati duecentocinquantamila obici. Infine le truppe inglesi e francesi erano uscite dalle trincee lungo l’intero fronte, dando il via a una delle più lunghe battaglie della Prima Guerra Mondiale
Solo nel primo giorno morirono 20 mila soldati inglesi. La battaglia si trascinò per mesi nel fango, e provocò la morte di 500 mila soldati tedeschi, 400 mila soldati inglesi e 200 mila soldati francesi. 

Lo stallo delle battaglie sul fronte occidentale, determinò un lungo logoramento delle truppe su entrambi i fronti, la guerra lampò si trasformò in una guerra di trincea che portò a sanguinosi scontri per la conquista di pochi metri. (Il fronte occidentale, Pag 44 La Grande Guerra. Politica Chiesa nazioni. Ed LINDAU)

La morte si fece compagna degli uomini, i cadaveri rimanevano nella terra di nessuno, e morire diventava normale.

Moulin de Fargny (Somme). Recupero dell’acqua dopo l’attacco

mercoledì 29 giugno 2016

L'uso dei Gas nella Grande Guerra

L’arma piùletale e subdola utilizzata nel primo conflitto mondiale fu il gas

Tratto dal libro La Grande Guerra. Politica Chiesa Nazioni (pag 42)

Il 29 giugno 1916 Battaglia sul S.Michele vennero usati i gas asfisianti

Il 29 giugno del 1916 nella quinta battaglia sul S.Michele gli austriaci impegnarono per la prima volta sul fronte italiano i gas asfisianti: 6mila morti in uno solo giorno tra gli italiani. Tra atroci spasmi.
A causa del bombardamento e del contrattacco italiano gli austro-ungarici subirono circa 2.000 morti, non pochi dei quali intossicati dal loro stesso gas. Alla fine della giornata del 29 giugno 1916 la linea del fronte si ristabilì sulle stesse posizioni del giorno precedente.

In quelle trincee inondate dal gas c’era stato, solo due giorni prima, Giuseppe Ungaretti. E proprio il 29 giugno 1916, da Mariano, Ungaretti scrive un lacerante pensiero ai suoi compagni morti sul San Michele: «Pensavo: non ci sono più foglie sul monte, né cicale, né grilli; e c’è rimasta la mia morte, viva».

L’arma più letale e  subdola usata nella prima guerra mondiale fu il gas, contrariamente a quanto si pensi non furono I tedeschi, bensì i francesi ad impiegare per primi i gas. Proprio durante i primi mesi di Guerra, sul finire del 1914, la Francia esplose alcune cariche di gas lacrimogeno ai danni delle truppe tedesche lanciate verso Parigi. Si trattò tuttavia di un fatto decisamente casuale. Questa tragica eredità venne, al contrario, subito raccolta dalla Germania, che iniziò prontamente a studiare questo nuovo strumento di offesa. Il debutto dei gas letali, avvenne il 22 aprile del 1915, durante la seconda battaglia di Ypres, nelle Fiandre, dove vennero usate 6 mila bombole  di gas asfisianti. 
(I Gas, Pag 42 La Grande Guerra. Politica Chiesa nazioni. Ed LINDAU)

sabato 25 giugno 2016

Papa Francesco in Armenia per ricordare il GENOCIDIO degli Armeni nel 1915



Papa Francesco ha visito l'Armenia e ha ricordato il GENOCIDIO subito dagli Armeni sotto l'Impero Ottomano durante la Prima Guerra Mondiale.
Papa Francesco scrive prima di congedarsi sul Libro d’Onore  al Tzitzernakaberd Memorial di Yerevan, in Armenia : “Qui prego, col dolore nel cuore, perché mai più vi siano tragedie come questa, perché l’umanità non dimentichi e sappia vincere con il bene il male; Dio conceda all’amato popolo armeno e al mondo intero pace e consolazione. Dio custodisca la memoria del popolo armeno. La memoria non va annacquata né dimenticata; la memoria è fonte di pace e di futuro”.

«Quella tragedia, quel genocidio – ha aggiunto papa Francesco - inaugurò purtroppo il triste elenco delle immani catastrofi del secolo scorso, rese possibili da aberranti motivazioni razziali, ideologiche o religiose, che ottenebrarono la mente dei carnefici fino al punto di prefiggersi l’intento di annientare interi popoli».

Gli Armeni furono la prima nazione ad accettare ufficialmente la fede cristiana come religione di stato nel 301.

Nel 1915 si attuò un vero e proprio olocausto, perpetrato con scientifica programmazione nelle esecuzioni, per la cancellazione di un popolo come soggetto storico e politico. Su una popolazione di 2.100.000 Armeni, ne resteranno vivi meno di 600 mila.

Le autorità governative fecero arrestare 500 esponenti del Movimento Armeno, che furono poi strangolati con del filo di ferro. Contestualmente, i soldati armeni sono via via disarmati, allontanati dall'esercito ed eliminati con lavori forzati ed esecuzioni sommarie. I corpi vennero spesso bruciati o gettati in grotte, in modo da non lasciare tracce. Tra il 24 e il 25 aprile del 1915, si passò ai sacerdoti, intellettuali e dirigenti, arrestati e massacrati.
Scattò in tutto il territorio turco un decreto di deportazione. Alle popolazioni armene, di villaggio in villaggio, venne ingiunto di lasciare entro pochi giorni la casa e tutti i beni, per essere “trasferite” in altre zone. I piccoli centri abitati furono svuotati con la forza e poi distrutti, la popolazione, messa in cammino nelle “marce della morte”, fu sterminata in un viaggio forzato a piedi di centinaia di chilometri, senza cibo né acqua, verso campi di concentramento nel Caucaso o nel deserto della Siria. Assaliti durante l'estenuante marcia dalla stessa “scorta” militare e dai curdi, a cui era stata data assoluta licenza di depredare, assassinare, stuprare, morirono per fame, sete, malattia, sfinimento 1.200.000 deportati. (L'eccidio degli armeni pag 103 La Grande Guerra. Politica Chiesa nazioni. Ed LINDAU)


lunedì 30 maggio 2016

29 maggio 1916 : la battaglia di Verdun

A Verdun i francesi, sotto assedio, resistettero dal 21 febbraio 1915 fino ai primi mesi del 1916, nella battaglia morirono 300 mila soldati francesi e soldati tedeschi e 400 mila furono i feriti. Gli inglesi nel tentativo di spezzare l’assedio di Verdun ingaggiarono la battaglia della Somme. Solo nel primo giorno morirono 20 mila soldati inglesi.(Il fronte occidentale, Pag 44 La Grande Guerra. Politica Chiesa nazioni. Ed LINDAU)


Ossario di Douamont – al termine della Grande Guerra, il vescovo di Verdun si incaricò di raccogliere i fondi necessari per la realizzazione di questo imponente sacrario che ospita le spoglie di ben 130.000 caduti francesi e tedeschi.





venerdì 13 maggio 2016

15 maggio 1916 : La Strafexpedition

Cade in questi giorni l'anniversario della Strafexpedition : la spedizione punitiva dell'Austria contro l'Italia. L'esercito austriaco attaccò l'Italia dal Trentino .

Strafexpedition

Il 15 maggio 1916, le truppe austro ungariche partirono con l’offensiva della Strafexpedition, la “Spedizione punitiva”, voluta dal generale Conrad, che mirava a rompere l’assedio italiano sull’Isonzo e ricacciare gli italiani verso la pianura vicentina. Vennero impiegati oltre 400mila soldati austro-ungarici.  Dopo un primo ripiegamento, venivano perse la linea dei forti e Asiago, gli italiani riescono a contenere l’attacco sull’Altopiano dei Sette Comuni e sulla linea Coni Zugna- Pasubio, anche perché parte delle truppe austriache dovettero convergere sul fronte orientale. Gli italiani contrattaccavano poi tra l’Adige e il Brenta. I combattimenti si concludevano il 16 giugno, in un mese e mezzo si contavano oltre 10.000 morti tra i due eserciti.(Strafexpedition, Pag 66-67 La Grande Guerra. Politica Chiesa nazioni. Ed LINDAU)



 foto fortino austriaco Belvedere 


foto cannone Austriaco





martedì 8 marzo 2016

La grande Guerra: quando le donne conquistarono un ruolo sociale nuovo

Oggi si festeggia la festa delle donne. Ma cis embr autile ricordare quando le donne conquistarono un ruolo sociale nuovo.


Il 23 Agosto 1916 il Comitato central di mobilitazione industrial prescrisse norme di carattere obbligatorio sulla graduale sostituzione della manodopera maschile con donne e ragazzi nella lavorazione meccanica leggera. A Torino nel 1918 la secondo il censimento del Servizio Annona del commune, le operaie costituivano il 35% dei lavoratori.








Il ruolo sociale delle donne crebbe anche a seguito del fatto che furono chiamate a sostituire gli uomini nelle fabbriche, 430 mila in Francia, 800 mila in Gran Bretagna, 180 mila in Italia.

Furono così protagoniste anche delle rivendicazioni salariali e di protesta contro il caro viveri, svolsero un ruolo attivo in scioperi e manifestazioni per la difesa dei loro diritti. Tutto questo portò le donne ad una maggior consapevolezza del loro ruolo economico ma anche politico, incominciò così un cammino che porterà alla fine della Guerra alla concessione del voto alle donne in Gran Bretagna (1918), nella maggior parte dei paesi europei (1918-1923) e negli Stati Uniti (1920).In Italia le donne potranno votare per la prima volta nel 1946.(La Questione femminile pag 69 La Grande Guerra Politica Chiesa Nazioni LINDAU) 

venerdì 19 febbraio 2016

Mostra a Torino dal 25 Febbraio al 7 marzo

Apertura della mostra a Torino al collegio San Giuseppe Via San Francesco da Paola 23 Torino
Giovedì 25 si è svolta l'inaugurazione











La mostra rimarrà aperta fino al 7 Marzo

orari mostra dal lunedì al venerdì dalle ore 8,00 alle 13,30 e dalle 14,00 alle 17,00.

Giorno di chiusura: mercoledì 2 marzo – Per informazioni chiamare il numero 011 8123250



Conferenza a Cengio sulla Grande Guerra



giovedì 11 febbraio 2016

Mostra a Cengio (SV) dal 14 al 16 febbraio

La mostra sarà esposta dal 14 al 16 febbraio "Palazzo Rosso" a Cengio (SV)
L'esposizione è organizzata dalla Parrocchia "San Giuseppe operaio" e dalla Pro Loco del Comune di Cengio in occasione del centenario dell'anniversario dell'attentato alla SIPE, fabbrica ausiliaria dell’esercito italiano, da parte di spie austriache, in cui persero la vita quattro persone, tra cui un tenente dell’esercito italiano.
Nel luogo dove verrà esposta la mostra vi è una lapide che ricorda questo fatto.
Nelle mattine di lunedì e martedì le scuole del paese e dei comuni limitrofi parteciperanno a visite guidate dal Parroco e dall'Asssessore  per ricordare i 100 anni della Grande Guerra e, in particolare, il ruolo della Chiesa.
La sera del martedì 16 febbraio alle ore 20,30 si terrà una conferenza alla presenza dell'Assessore, del Parroco e dei curatori della mostra Luca e Paolo Tanduo.