Nel febbraio
del 1917 Lenin era ancora esule a Zurigo e Guglielmo II premeva per chiudere il
fronte orientale. Per farlo, voleva sfruttare l’ondata della rivoluzione
socialista al fine di provocare il tracollo dell’esercito russo. Propose a
Carlo di aiutare Lenin a raggiungere la Russia. Carlo d'Asburgo, inorridito,
rispose: «Guai se il comunismo dovesse trionfare: sarebbe il danno piùgrave
all’intelligenza e alla fede cristiana».
Guglielmo II
sostenne ugualmente Lenin e mise a sua disposizione e dei dirigenti bolscevichi
il famoso treno piombato con cui attraversarono l’Europa ed entrarono
in Russia
sotto la protezione dei soldati tedeschi. Con gli slogan «Pane e pace» e «La terra
ai contadini» la propaganda bolscevica incitava i soldati all’insubordinazione
e a tornare a
casa. [...]
Giunto in Russia,
Lenin, provocava un colpo di Stato e prendeva il potere. [...] Il 3 marzo 1918
venne siglata la pace Brest-Litovsk con la quale Polonia e Ucraina venivano
cedute alla Germania. Un trattato
di pace fortemente penalizzante per la Russia. [...]
Achille Ratti
fu nominato visitatore apostolico per la Russia. Nei primi mesi del 1918
scrisse che il popolo russo era in delirio, una piena Babilonia. 10 marzo 1919
Benedetto XV parlava ai cardinali
del travaglio dei cristiani d’Oriente che subivano «sconvolgimenti politici e
sociali». Nello stesso giorno inviava a Cicerin, diplomatico russo, un testo in
cui invocava la cessazione delle persecuzioni contro il clero ortodosso: era
stato Silvestro, metropolita di Omsk, a chiedere l’intervento del Papa. Il neo
eletto patriarca di Mosca Tikhon lanciò un anatema sui senza Dio
bolscevichi; le persecuzioni erano una realtà e anche i cattolici
incominciavano a essere arrestati.
(La Grande
Guerra. Politica Chiesa Nazioni pag 99-100-101)